L’ex attaccante giallorosso alle colonne della Gazzetta del Sud: “La società non deve smantellare nulla, per la B servirà aggiungere solamente qualche tassello”
Prima di Pietro Iemmello protagonista a suon di gol della promozione in Serie B di quest’anno, 19 anni fa era stato Giorgio Corona a trascinare il Catanzaro verso il ritorno in cadetteria realizzando 19 reti nell’arco del campionato 2003-2004. Grazie al suo fiuto del gol, l’ex attaccante siciliano divenne in poco tempo uno dei calciatori più amati dai tifosi calabresi collezionando in totale con le Aquile ben 47 reti in 114 partite. Alle colonne della Gazzetta del Sud, Corona ha voluto così ripercorrere la stagione della squadra di Vincenzo Vivarini e parlare del record battuto dall’attuale bomber giallorosso.
Per iniziare, Corona ha paragonato la sua squadra del 2004 a quella attuale: “Ricordo tutto di quel campionato iniziato in sordina. Scalammo la classifica fino ad arrivare al primo posto e non lo lasciammo più. La promozione arrivò il giorno del mio compleanno. (16 maggio 2004 ad Ascoli con un successo sul Chieti per 2-1, gol-vittoria proprio di Corona) Eravamo un gruppo stupendo, la squadra attuale lo ricorda molto. Non c’è stato avversario che abbia tenuto il passo del Catanzaro quest’anno, se non il Crotone per un breve periodo. La vittoria è del gruppo e di una piazza che ha saputo unirsi alla grande con la propria squadra per costruire qualcosa di straordinario”. Sul record di Deflorio eguagliato da Iemmello: “Sono contento per lui, è un catanzarese doc. Lo rispetto e lo stimo molto, non è facile fare bene nella propria città, devi sempre dare il 200%. Lui lo ha fatto e il campo ha confermato le sue straordinarie qualità. È stato capace di regalare la promozione in Serie B al suo popolo. Ha caratteristiche diverse dalle mie ma lo stesso fiuto del gol”.
Sull’amara doppia retrocessione in Serie C di quel periodo: “Vollero rifare tutta la rosa nel 2004, arrivarono 15 nuovi giocatori e si puntò subito alla Serie A ma finimmo per retrocedere due volte di fila. Io credo che l’attuale gruppo va consolidato, non snaturato. Consiglio vivamente alla società di non smantellare nulla, non devono seguire l’esempio negativo del 2004. Bisogna aggiungere solo qualche tassello. È un campionato equilibrato quello di B, si può perdere con l’ultima e battere la capolista. Non vince sempre la più blasonata vedi Genoa, Cagliari e Parma dietro al Frosinone. Credo che Vivarini meriti la riconferma e alla fine penso rimarrà a Catanzaro. I suoi risultati sono sotto gli occhi di tutti. I tifosi non pretendono subito la Serie A, vogliono vedere solo una squadra che onori la maglia”.
Due parole inoltre sulla possibilità che il figlio Giacomo (attaccante attualmente in forza alla primavera del Torino) possa seguire le orme del padre: “Mi farebbe solo piacere. A Catanzaro ho lasciato un pezzo del mio cuore, sono stato tre anni lì e sono legato alla città. Il destino ha voluto che segnasse il suo primo gol contro il Catanzaro quando giocava nella primavera del Palermo”. Infine, Corona ha voluto ricordare anche il piccolo tifoso giallorosso a cui è intitolato il centro sportivo di Giovino, Mirko Gullì, scomparso tragicamente all’età di 12 anni: “Lo ricordo con affetto. Ho stretto un legame fortissimo con lui e il padre Gregorio. Ero l’idolo di Mirko, in ogni partita ho indossato una maglia con la sua foto. Non lo dimenticherò mai, è sempre nei miei pensieri”.