Momento no per il Catanzaro. A Piacenza è arrivata (per 3-0) la terza sconfitta esterna consecutiva dopo quelle rimediate sul campo di Ascoli (1-0) e Reggiana (1-0). Ultimi tre ko lontani dal “Ceravolo” maturati senza segnare e incassando ben 5 reti. Passi falsi con alcuni elementi in comune: il possesso palla lento e sterile, le poche idee in zona d’attacco e la fragilità difensiva. A preoccupare particolarmente i tifosi è stata però la rassegnazione alla sconfitta dopo il 2-0 della Feralpisalò. Partiti con l’handicap (gol di Kourfalidis al 5′), le Aquile avevano avuto anche buone occasioni per pareggiare sull’1-0 (su tutte quelle di Iemmello e Vandeputte) mentre dopo la rete di Compagnon sono uscite dalla partita e hanno staccato la spina nonostante un ottimo avvio di ripresa. Durante la gara di sabato scorso è apparso chiaro il limite principale dei giallorossi: la fatica nel macinare gioco contro squadre che si difendono basse come la truppa di Zaffaroni.
Al momento, le Aquile sono in zona play-off al settimo posto e possiedono un margine di sicurezza notevole dalla zona calda (+12). Tuttavia, i numeri parlano chiaro: tre punti in cinque partite (solo il Modena ne ha accumulati meno) devono far riflettere e non possono far dormire a lungo sonni tranquilli. In casa Catanzaro serve una reazione immediata per non compromettere un campionato di Serie B cominciato nel migliore dei modi. Altri ko per evidenti differenze di motivazioni come con la Feralpisalò non dovranno ripetersi. Fame e determinazione sono aspetti che non possono mai mancare in campo e diventano fondamentali quando le partite iniziano a diminuire per raggiungere gli obiettivi sperati. In questo periodo, la squadra sta subendo gol anche con una facilità disarmante (11 in cinque gare) e Vivarini dovrà giocoforza trovare le giuste contromisure in vista del prossimo probante impegno casalingo con il Palermo.