Il presidente delle Aquile dalle colonne della Gazzetta del Sud: “Nella domanda di iscrizione al campionato indicheremo un campo alternativo perché il Ceravolo non è omologabile entro fine giugno”
Prima l’adeguamento del “Ceravolo”, poi lo stadio nuovo. In attesa di ragionare su un impianto moderno e confortevole, è corsa contro il tempo per omologare il vecchio Militare ai parametri della Serie B. Dalle colonne della Gazzetta del Sud, il presidente del Catanzaro Floriano Noto ha confermato che “nella domanda di iscrizione al campionato indicheremo un campo alternativo perché il “Ceravolo” non è omologabile entro fine giugno. Stiamo dialogando con alcune società campane e pugliesi e nel giro di 7-8 giorni potremmo avere il via libera. Per l’iscrizione andrà bene così, ma è chiaro che non voglio iniziare la stagione giocando in campo neutro nemmeno una partita”.
Per gli interventi in programma, Noto crede che occorra “un coordinatore degli interventi, in particolare per il rifacimento del manto erboso, sul quale mi preme ci si affidi a un’impresa che abbia un potenziale macchine enorme perché si stimano 300 viaggi di camion in uscita e altrettanti in entrata per trasportare il materiale, altrimenti si rischiano di dilatare le 11 settimane necessarie. Non sottovaluterei nemmeno le altre opere, tipo la piattaforma per le telecamere, la sala Var: singolarmente non pesano, ma vanno coordinati. Manifesto sempre delle perplessità perché non vedo un solo interlocutore, mi auguro che il sindaco lo nomini”.
Poi, sul nuovo stadio: “La mia idea è chiara, poi la posizione si può discutere: Germaneto, Barone, l’area della Motorizzazione a Santa Maria. Questa mia visione nasce da presupposto tecnico-logistico: molti tifosi sostengono che lo stadio debba restare li dov’è. lo ci sono legatissimo, vivo ancora in quel quartiere, ma le normative non sono più quelle degli anni ’80, quando si teneva conto solo degli aspetti strettamente sportivi all’interno dello stadio, ora si pone moltissima attenzione alla sicurezza dentro e fuori, alle vie di deflusso, all’incrocio fra tifosi, alla sistemazione dei pullman: con il bene che voglio al mio quartiere, in quell’area è tutto sacrificato, certe cose non si possono realizzare e se arriveranno nei prossimi anni altre restrizioni cosa faremo? Costruire un nuovo stadio, comunque, non vuol dire che il quartiere in cui è adesso non si possa riqualificare: penso alle partite per il settore giovanile, ai concerti, a una struttura polivalente”.