L’ex laterale destro, tra gli eroi della promozione in B nella stagione 2003/04, in esclusiva a CalcioCatanzaro: “Tifoseria straordinaria, ho ricordi bellissimi”
Tommaso Dei, 47 anni da compiere il prossimo 22 settembre, è stato uno degli eroi del Catanzaro targato 2003/04. Fu uno degli ultimi arrivati del mercato estivo e impiegò pochissimo tempo per guadagnarsi la fiducia dell’allora tecnico Braglia e del gruppo, contribuendo in maniera determinante alla promozione in Serie B. Instancabile laterale destro, sapeva presidiare la porta e al contempo attaccare come pochi nella categoria. Dalla C2 alla A, ha giocato in piazze prestigiose come Empoli, Benevento, Alessandria, Arezzo, Teramo, Ravenna, Lucchese e Potenza.
Oggi Dei lavora come procuratore sportivo. E’ proprietario della TS Global Soccer e cura gli interessi di diversi calciatori assieme all’avvocato Alberto Politi e Stefano Somma. La stagione da record del Catanzaro l’ha seguita da addetto ai lavori: “Ho visto poche partite e sempre in trasferta, ma mi sono bastate per comprendere la forza di questo gruppo – afferma in esclusiva ai microfoni di CalcioCatanzaro.it –. Tra tutte ricordo la gara di Pescara: Vandeputte mi ha impressionato, anche se lo seguivo da diverso tempo. Per non parlare di Brighenti e Iemmello, che in Serie C spostano gli equilibri”.
Diverse le similitudini tra il suo Catanzaro e quello di Vivarini: “Anche noi difendevamo spesso a tre con esterni che davano molto equilibrio, un attaccante fuori categoria come Giorgio (Corona, ndr), centrocampisti che si alternavano da Briano a De Simone, difensori come Brighenti con grandi capacità di lettura. A dirla tutta, forse il mio Catanzaro non è partito con tutti i favori del pronostico come la squadra di quest’anno. Probabilmente ai miei tempi non c’era nemmeno questa programmazione societaria, la nostra stagione è stata senza record ma vissuta davvero alla grande”.
Proprio la programmazione, a parere di Dei, “è stata la base del successo. Dare continuità al lavoro di Vivarini, inserire i tasselli giusti e l’unione di intenti fanno la differenza”. Un grande peso specifico lo ha anche la tifoseria: “Quando giocavo per le Aquile, in campo avvertivo di avere qualcosa in più. Una spinta e un incoraggiamento incredibili che mi consentivano di andare oltre l’ostacolo. Ho giocato in diverse piazze, anche di Serie A, ma quello che ho visto e vissuto a Catanzaro faccio fatica a ricordarlo in altri posti”.
Manca solo la Supercoppa per chiudere in trionfo. “Questa squadra ha molti più ricambi rispetto all’organico del 2003/04, questo è un fattore determinante. Nel momento in cui si vince, le energie vengono meno e all’epoca noi arrivato all’appuntamento leggermente in riserva. La Supercoppa è un trofeo importante e sono convinto che il Catanzaro riuscirà a conquistarlo, ma l’obiettivo principale è stato già raggiunto”.