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Ascoli-Catanzaro 1-0, partita da dimenticare per le Aquile: le pagelle

Krajnc impacciato, Vandeputte nervoso. I subentrati Brignola e D'Andrea ci provano

Brusca frenata per il Catanzaro di Vivarini, che al “Del Duca” rimedia il quinto ko stagionale. A gioire è l’Ascoli, che spezza la scia vincente dei giallorossi con una prova generosa e furba. Per le Aquile un ko “indolore”, considerato che in zona playoff non è cambiato praticamente nulla. Di seguito, le pagelle del match:

Fulignati 6 – Non può nulla sul tap-in fulmineo di Mendes, evita il 2-0 con gli interventi su Rodriguez e Falasco. Di solito è un difensore aggiunto in fase di impostazione, facendo partire l’azione con lanci sempre molto precisi, ma quest’oggi non gli è possibile a causa del pressing feroce degli attaccanti avversari. 

Katseris 5,5 – Una delle poche prestazioni sotto la sufficienza per il laterale greco. Va un po’ in difficoltà su Falasco e non riesce a spingere come vorrebbe sulla fascia destra, risultando anche un po’ frettoloso in qualche frangente. (dal 20’st Situm 5,5 – Entra in campo, dopo oltre un mese di stop, in un momento molto delicato del match e non riesce a incidere).

Scognamillo 6 – Attento e ruvido, soprattutto nel primo tempo di pressione furente dei biancazzurri, cerca di tenere a bada come può i due attaccanti avversari con grande fisicità e sostanza. 

Brighenti 6 – Stesse considerazioni per il collega di reparto. Il “ministro” della difesa dirige il pacchetto arretrato con la consueta autorevolezza e limita in maniera decisa le iniziative dei centravanti dell’Ascoli. 

Krajnc 5 – Resta arroccato in difesa ma finisce per soffrire (e anche molto) le discese di Bayeye sulla fascia destra e spesso si fa superare dagli attaccanti avversari. Sembra fuori ruolo. 

Sounas 5,5 – Corre e combatte in mezzo al campo ma gran parte dei suoi scambi finiscono per essere intercettati dalla fitta rete dell’Ascoli. Non riesce a essere propositivo come sempre: il calo, al pari dei suoi compagni di squadra, è evidente. (dal 20’st Brignola 6 – Entra con la voglia di creare qualche pericolo e si distingue per qualche iniziativa interessante, ma non impatta per come vorrebbe in un match complicato. L’impegno c’è).

Pompetti 5,5 – Dimostra come sempre personalità e nella prima frazione prova a proporsi, ma il suo lavoro in fase di impostazione viene condizionato dal pressing avversario. Molto più efficace quando si abbassa, soprattutto nella ripresa, per dare manforte ai centrali arretrati. (dal 20’st Pontisso 5,5 – Il match si fa sporco e lui sostanzialmente non riesce a offrire un grosso aiuto in mezzo al campo).

Ghion 5 – Gli avversari lo pressano sporcando la manovra e lui non riesce a trovare gli spazi giusti per liberare la giocata decisiva. Spesso distratto in fase di non possesso, non dà il solito ritmo e il centrocampo ne risente. 

Vandeputte 5 – Uno dei più attenzionati dagli avversari, è quasi sempre soffocato dal pressing dell’Ascoli che gli copre bene le linee di passaggio. Nervoso e quasi sempre lontano dall’azione, nel finale appare particolarmente nervoso. Sull’out sinistro sono mancate le sue giocate. (dal 41’st Oliveri s.v.)

Ambrosino 5 – Doveva essere la sua giornata e invece si è rivelata una gara da dimenticare. I centrali dell’Ascoli lo controllano senza grosse difficoltà e lui non riesce a incidere, ricevendo pochi palloni giocabili. (dal 32’st D’Andrea 6 – Pochi minuti in campo e, a parte qualche sbavatura, ci prova con tutto sé stesso mettendo in mezzo qualche cross in area dall’out sinistro. Da lui non si può pretendere di più).

Biasci 5 – Anche lui riceve pochi palloni, complice un’efficace marcatura da parte dei centrali bianconeri, e si svena senza successo per trovare lo spunto giusto. Svaria su tutto il fronte offensivo, ma alla lunga si perde e nemmeno nella ripresa riesce a rendersi pericoloso. 

Vivarini 5 – I famosi schiaffi temuti alla vigilia del match sono arrivati puntuali. Le assenze erano pesanti, ma la condotta in campo non ammette alibi. L’Ascoli ha attuato il piano gara perfetto: pressione feroce con raddoppi immediati sui portatori di palla giallorossi, spazi chiusi per vie centrali e fasce presidiate in maniera meticolosa. Dall’altra parte tantissimi errori in fase di impostazione, lanci lunghi imprecisi, nervosismo e poca cattiveria. Soprattutto nella ripresa, quando l’Ascoli ha unito alla meticolosa organizzazione anche la furbizia tra falli strategici e perdite di tempo. Nemmeno i cambi del tecnico hanno inciso. La squadra ha fatto fatica ad aggirare gli avversari e, soprattutto, a portare palla in avanti: in questo Iemmello è indispensabile dal punto di vista tattico, ma il Catanzaro non ha saputo trovare la soluzione giusta per sopperire alla sua assenza. Castori ha preso bene le misure e lo ha imbrigliato a dovere, facendolo soffrire con fisicità e pressione furente. E’ giusto riconoscere i meriti dell’avversario, ma in gare del genere serve un altro atteggiamento.

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