Catanzaro, Palanca: “Non si nota alcuna differenza tra Vivarini e Caserta”

"Iemmello poteva arrivare prima ad alti livelli col suo potenziale. In questo momento però è tutta la squadra a viaggiare forte"

“Onestamente vedo la partita del ‘Ceravolo’ più da 1-X”. È il pronostico di Massimo Palanca, leggenda giallorossa con la bellezza di 116 gol tra Serie A, B e C (13 reti realizzate direttamente da calcio d’angolo), a pochi giorni da Catanzaro-Reggiana. “A Catanzaro c’è grande entusiasmo e la società sta lavorando molto bene, al punto che non si nota la differenza tra Vivarini e l’attuale allenatore Caserta – ha dichiarato ‘O Rey’ ai microfoni de La Gazzetta di ReggioDare stabilità è importante. Occhio, però, alla Reggiana che mi sembra una squadra viva e che può giocarsela per la salvezza. Forse ha fatto qualche pareggio di troppo ultimamente, ma è in linea con il proprio obiettivo. In ogni caso, la Reggiana evoca a noi giallorossi grandi ricordi. Una delle storiche promozioni del Catanzaro è arrivata proprio al Mirabello: era il 1976, vincemmo 2-1 anche grazie ad un mio gol e salimmo in serie A, mentre la Reggiana retrocesse. Il nuovo Palanca? Ci sono tanti giocatori bravi, sino a prima dello scoppio della pandemia facevo il selezionatore per le formazioni giovanili delle Marche. Dei giocatori che ho visto crescere in passato ne cito uno: Giuseppe “Pepito” Rossi”.

Su Iemmello, capocannoniere del campionato con 13 gol all’attivo al pari di Laurientè e Pio Esposito: “È il terminale offensivo principale e anche se magari è poco nel vivo del gioco poi riappare quando c’è da concretizzare. Col suo potenziale poteva arrivare prima ad alti livelli. In questo momento però è tutta la squadra a viaggiare forte”. Uno sguardo anche alla Serie B attuale: “Sulla falsariga di quello degli scorsi anni molto livellato e dove ogni partita è aperta e ricca di colpi di scena. Ci sono formazioni che stanno deludendo mentre altre, è il caso di Cesena e Juve Stabia, hanno puntato sulla continuità facendo qualche piccolo ritocco. Credo che questa possa essere la strategia vincente. Per la lotta playoff e playout è ancora tutto da definire”. Infine, sul VAR: “Ho un giudizio negativo sul VAR. Oggi gli arbitri si trincerano dietro al protocollo, ma ai miei tempi per dare rigore gli arbitri volevano vedere il sangue. Adesso basta un minimo tocco, tanto è vero che i difensori si mettono le mani dietro la schiena per non correre rischi. Io sono rimasto al guardare la palla e stare addosso all’avversario”.

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