Pietro Iemmello si è concesso a una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Tanti gli aneddoti sul suo passato: “Io in Primavera con Babacar, allenatore della prima squadra Mihajlovic: ho fatto un ritiro con lui, un uomo vero. Poi Gilardino mi fece prendere dalla Pro Vercelli allenata dal suo amico Braghin, abbiamo vinto la C e da lì è cominciato tutto […] A Lanciano scappai dal ritiro ma il ds Leone e mister D’Aversa capirono, altri no e questo mi ha fatto perdere un po’ di tempo. La svolta della carriera è stata a Foggia con De Zerbi, da lì mi prese Angelozzi a Sassuolo, volevano mandarmi in prestito ma ho voluto giocarmela e sono arrivato a segnare a San Siro battendo con i miei gol l’Inter col Sassuolo e il Milan col Benevento. Dopo i due gol all’Inter, Angelozzi mi disse: “Mi ha chiamato Ventura, ti segue per la Nazionale”. Quindi avrei voluto, l’anno dopo, fare il titolare, ma a Sassuolo non c’era la possibilità. Così andai a Benevento, che mi pagò 7 milioni, ma con un problema al ginocchio che ho risolto solo un anno e mezzo dopo. Per me quello è un grande rimorso”.
Nel 2018 il ritorno a Foggia dopo annate difficili: “A La Spezia dicevano che ero gay, a Foggia mi accusavano di queste cose. In realtà a Foggia è stato terribile, mi sono fidato dei dirigenti e ci ho rimesso 250mila euro. La verità è questa: se giocavo a poker o a una macchinetta, che male c’era?”. Quindi, nel 2022, l’approdo a Catanzaro: “Ho valutato pro e contro. In realtà di pro non ce n’erano… Ero fermo da otto mesi, stavo male, la squadra non andava bene. I tifosi non vedevano l’ora, avevo bisogno di tempo. Ma sapevo che la stagione vera sarebbe stata quella dopo: così è stato. A Catanzaro poi ogni piccolo problema diventa gigantesco, ma era un mio sogno giocare nella squadra della mia città, della quale sono sempre stato tifoso e dove ho famiglia”.
Un cammino pieno di record con i giallorossi: “I gol sono 71 con playoff e Supercoppa di C, ci tengo. Mi dicono che devo raggiungere Palanca. lo penso a quello che posso lasciare a Catanzaro per entrare nella storia della mia città, e credo già di esserlo. Con Bkt abbiamo realizzato un campetto, c’è un murale con la faccia mia e di Palanca insieme ai bimbi che giocano. Lui resta un mito, io spero che rimanga lemmello Pietro”. “Petruzzu” è al momento in testa alla classifica capocannonieri: “Il tempo c’è, ma attenzione: i gol devono servire per fare i playoff, che non sono ancora sicuri. Oggi Pio è mio rivale, domani volerà in A e diventerà il nuovo attaccante della Nazionale: con lui e Camarda il futuro azzurro è in ottime mani”.