Catanzaro, il bilancio del ds Polito: “Il gruppo ha sempre avuto lo spirito giusto”

"Sono ambizioso e cerco sempre di fare il massimo, non perdendo l’obiettivo di consolidare la categoria"

Ciro Polito è uno che non le manda a dire e lo dimostra anche nella conferenza stampa di fine anno, occasione utile per tracciare una sorta di bilancio dei primi quattro mesi del nuovo corso del Catanzaro. “Quando sono stato chiamato dal presidente Noto, tutti mi hanno detto che io ho l’arte di prendermi incarichi difficili: dopo due anni e mezzo importanti culminati con una semifinale playoff in Serie B, riconfermarsi era molto complicato. In molti avevano paura di prendere l’eredità di Vivarini – ha detto il direttore sportivo giallorosso -. Caserta non era visto bene solo per il suo passato, ma noi abbiamo voluto fare questa sfida insieme alla città”.

Dalla proposta iniziale del 4-2-3-1 al ritorno al 3-5-2, modulo che offre inevitabilmente più garanzie: “Non si può emulare l’allenatore passato né cambiare completamente la sua idea di calcio. Come ho sempre detto, abbiamo una punta di diamante come Iemmello e in base alle sue caratteristiche dobbiamo costruire una linea di gioco. La prima cosa che ho fatto è stata riconfermare lo zoccolo duro e completarlo in tutti i reparti, portando almeno due giocatori per ruolo. Abbiamo costruito l’organico per il 4-2-3-1, poi abbiamo virato sul 3-5-2. Nel calcio moderno vedo attaccanti esterni che diventano quinti. Nella costruzione Compagnon è un quinto offensivo, magari dall’altro lato c’è Situm che è un quinto naturale. Sul mercato prenderemo dei quinti di centrocampo. Cassandro ha fatto ottime prestazioni e questo è merito anche del tecnico e del senso di abnegazione dei ragazzi”.

Il sesto posto in classifica conferma la bontà del lavoro portato avanti da Caserta: “Non posso che ringraziare questo gruppo, che non ha mai mollato né avuto atteggiamenti negativi. È normale che chi non gioca sia arrabbiato, ma quella rabbia viene trasformata in qualcosa di positivo. Contro la Salernitana Pagano è entrato in campo dopo diverse partite fuori e ha messo il timbro su questa vittoria. Questa è per me una cosa di grande orgoglio. Vedo la squadra lavorare bene con questo allenatore e sono tranquillo. Con la città ho un rapporto molto onesto e leale, vivo il calcio con la mia famiglia. Qui siamo per lavorare, quindi serve rispetto per chi ci segue. Io sono ambizioso e cerco sempre di fare il massimo, non perdendo l’obiettivo di consolidare la categoria”.

Inevitabile tornare sul derby di qualche giorno fa: “Gli ultimi minuti mi hanno fatto arrabbiare tanto, ma il derby è derby e i calciatori sono esseri umani. La forza non è solo tecnica, ma qualcosa di più grande: contro la Salernitana abbiamo avuto una cazzimma che ci ha permesso di vincere la partita. Voglio una squadra ignorante ma intelligente. Quando si arriva in fondo bisogna fare di tutto per vincere, come fatto anche a Palermo. A Cosenza siamo andati in un loop mentale, ma la sfida era talmente sentita che i ragazzi hanno voluto allenarsi nel pomeriggio di Natale. Questa è la nostra mentalità. Il volere troppo a volte porta è un’arma a doppio taglio. Abbiamo avuto un calo fisico devastante e una gestione sbagliata: negli ultimi trenta secondi bastava tenere la palla vicino la bandierina e la partita era finita. Ma il passato è passato, capisco l’amarezza ma ora bisogna guardare oltre il naso”.

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