Da quell’esordio un po’ contratto dello scorso 19 agosto a Cremona alla pesante sconfitta nell’ultimo atto della semifinale play-off giocata sempre in Lombardia. Era cominciato allo “Zini” il lungo viaggio delle Aquile in questa Serie B ed è proprio lì che si è interrotto. Un percorso concluso con due settimane di ritardo rispetto alla normale fine della regular season. Qualcosa di inimmaginabile a inizio anno per una matricola come il Catanzaro che, dopo aver ottenuto la promozione frantumando ogni record in Serie C, tornava a disputare una gara tra i cadetti dopo 17 anni con l’obiettivo della salvezza. E, invece, è arrivato un prestigioso quinto posto in classifica (dietro solo a corazzate) senza mai uscire fuori dalla zona play-off nemmeno nei momenti di difficoltà, che sono stati pochi ma non sono mancati.
Sulle ali dell’entusiasmo dovuto alla promozione, le Aquile sono riuscite a dare continuità a quanto visto l’anno scorso meritandosi l’etichetta di rivelazione della Serie B da parte di addetti ai lavori e avversari. I ragazzi di Vivarini hanno saputo fare tesoro dagli errori commessi nell’arco della stagione e, crescendo partita dopo partita, sono stati capaci di giocarsela contro chiunque proponendo un calcio corale di grande qualità ed efficacia. Acquisendo con il tempo sempre più consapevolezza, il Catanzaro ha potuto togliersi diverse grandi soddisfazioni: dagli scalpi eccellenti di Parma, Genova (con la Sampdoria) e Palermo ai due derby vinti contro il Cosenza oltre alle tante vittorie belle ed esaltanti ottenute in questi mesi senza dimenticare neanche la magica notte del preliminare play-off con il Brescia.
Pensando a quanto fatto dopo i numerosi bocconi amari digeriti nell’ultimo decennio, l’eliminazione dai play-off con la Cremonese non può intaccare il cammino dei giallorossi che fino alla fine hanno cercato di far sognare l’intero popolo catanzarese. Il match dello “Zini“, chiuso 4-1, ha evidenziato la differenza di valori tra le due squadre nonostante ciò non fosse mai accaduto nei tre precedenti stagionali (tutti finiti in parità, compresa la semifinale d’andata). Contro una corazzata ricca di soluzioni in ogni reparto, i giallorossi hanno pagato dal punto di vista fisico la terza fatica ravvicinata (con tanto di supplementari al preliminare) e le assenze importanti di Ghion, D’Andrea, Ambrosino e Situm. Zero rimpianti, però, per quello che è stato e ancora più ottimismo per ciò che verrà. Smaltita la delusione bisognerà iniziare a programmare la nuova stagione e sciogliere i primi nodi: allenatore, direttore generale e direttore sportivo. Poi si penserà al calciomercato.