Catanzaro, ecco cosa lascia la sconfitta di Ascoli

Nonostante il 69% di possesso palla, i ragazzi di Vivarini hanno tirato solamente due volte nello specchio della porta difesa da Viviano

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La paura in casa Catanzaro era quella di abbassare troppo il livello di attenzione dopo le tre vittorie consecutive contro Cosenza, Palermo e Pisa. Preoccupazioni professate dallo stesso Vivarini nella conferenza stampa pre-partita e diventate realtà al “Del Duca“, dove i giallorossi hanno mostrato la loro peggiore versione di sé stessi in questo campionato, complici anche le assenze di Veroli (ormai titolare a sinistra) e Iemmello. Ad Ascoli è arrivata così una sconfitta di misura frutto di una brutta prova collettiva, soprattutto sotto l’aspetto del gioco. Il pressing feroce e i raddoppi immediati degli uomini di Castori hanno fermato sul nascere ogni iniziativa del Catanzaro, costretto perlopiù a un possesso palla innocuo nella propria metà campo. Lo scorso sabato, le Aquile sono state davvero irriconoscibili: non sono riuscite mai a prendere le misure all’aggressività degli avversari, hanno commesso numerosi errori in fase di manovra e fatto fatica a rendersi pericolose dalle parti di Viviano, spettatore non pagante dell’incontro.

Le solite trame di gioco sono mancate così come la malizia e la reazione al gol incassato, arrivata soltanto nel finale con assalti disordinati e confusionari. Grandi meriti per le difficoltà riscontrate dal Catanzaro stanno ovviamente pure nell’atteggiamento della squadra di Castori, che per tutta la gara ha impedito alle Aquile di giocare e prendere ritmo optando anche per falli sistematici. La partita è stata fisica, sporca e tattica come molte altre c’è ne saranno in Serie B da qui alla fine. Adattarsi a questo tipo di match diventa importante per evitare di perdere altri punti contro compagini come l’Ascoli, che in battaglie del genere si esaltano. Da quest’ultima sfida è apparso evidente come le Aquile debbano iniziare a diventare più furbe e maliziose. Si tratta di caratteristiche che la B richiede per sopravvivere e sulla quale, Vivarini, dovrà lavorare in vista dei prossimi impegni. Anche dando uno sguardo ai numeri è stato un brutto Catanzaro. Pur registrando il 69% di possesso palla, i giallorossi hanno infatti tirato solamente due volte nello specchio della porta: statistiche simili alle trasferte contro Venezia e Cremonese, laddove la pericolosità è stata però decisamente maggiore.

Una giornata storta può capitare a tutti e non è la fine del mondo, anche se il Catanzaro ha abituato i suoi tifosi ad essere sempre bello e divertente (oltre che vincente). Proprio per questo motivo la prestazione di Ascoli fa male e questo nonostante il ko sia indolore ai fini della classifica: il Catanzaro quarto era e quarto è rimasto dopo la 17ª giornata. All’orizzonte, per dimenticare la sconfitta maturata in terra marchigiana, si profilano impegni ravvicinati ostici contro il rivitalizzato Brescia di Maran al “Ceravolo” (il prossimo sabato) e sul campo della Reggiana di Nesta a Santo Stefano. Due partite in cui sarà fondamentale fare risultato per chiudere il girone d’andata con l’entusiasmo a mille. In questa Serie B, i giallorossi hanno imparato tanto dai passi falsi e non ci sono dubbi sul fatto che anche l’ultima battuta d’arresto potrà essere solo d’aiuto per il prosieguo del campionato.

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